Arcidosso - Guida Turistica

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.: DA VEDERE
Chiesa di San Niccolò, la più antica del paese, dedicata al santo patrono.
"Chiesa di San Leonardo", costruita in stile romanico dai monaci benedettini nel 1228 e ampliata tra il XVI e il XVII secolo.
Castello aldobrandesco", in posizione dominante sul centro storico e il cui attuale aspetto è esito di diversi ampliamenti subiti dall’originale costruzione longobarda dell’XI secolo. Attualmente il castello e la sua alta torre sono utilizzati come spazi destinati ad attività culturali (mostre, convegni, ecc.).
"Fonti del Poggiolo", una fontana neogotica realizzata dalle fonderie di Follonica nel 1883 nella piazza Duomo di Grosseto, in seguito spostata ad Arcidosso.
Chiesa di Sant'Andrea", nella quale è affrescata una Vergine in trono di scuola senese e nella quale è sepolto il poeta arcidossino Gian Domenico Peri.
La Chiesa della Madonna dell'Incoronata a Arcidosso
  La Chiesa della Madonna dell'Incoronata venne costruita a metà del XIV secolo. Essa venne successivamente rimaneggiata alla fine del XV secolo. L'interno è a tre navate divise da colonne. Sulla parete della navata destra è possibile ammirare un affresco raffigurante una "Madonna Incoronata". Sull'altare maggiore è posto un pregevole dipinto ovale di Pellegrino di Mariano raffigurante una "Madonna col Bambino". Sulla parete a destra dell'altare maggiore vi è una insegna processionale composta da due facce raffiguranti l'una, una "Madonna Incoronata tra i Santi Sebastiano e Rocco", e l'altra, la "Fondazione di Santa Maria Maggiore", entrambe realizzate da Ventura Salimbeni (1567-1613). Le tre porte di accesso al centro storico ("Porta dell’Orologio", "Porta Talassese" e "Porta di Castello"). Fanno parte della "Rete museale della Maremma" (Monte Amiata) il "Centro Studi David Lazzaretti" e il "Centro visite del Parco faunistico del Monte Amiata".
Teatro degli Unanimi
  Ubicato nel centro storico del paese, di fronte alla Rocca aldobrandesca, è il più antico teatro della provincia: venne infatti fondato nel 1741, e la sua prima esistenza fu legata indissolubilmente alle accademie amiatine degli Unanimi e dei Riuniti che avevano per loro scopo quello di ravvivare la vita culturale della zona. Nel 1821 le due accademie che utilizzavano il teatro si fusero in un'unica accademia che mantenne la denominazione di Unanimi. Nella Statistica dei teatri della Provincia di Grosseto del 1865, veniva descritto di forma rettangolare, dotato di un palchettone, di camerini, di un vestibolo e di due stanze per le adunanze. Dopo alcuni lavori fatti a seguito dell'acquisto da parte degli accademici, il teatro passò dopo l'ultimo conflitto in proprietà dell'Ente Morale Parrocchia di San Nicola da Bari che lo adibì a cinematografo costruendo sul prospetto principale una cabina di proiezione in cotto a vista sorretta da due pilastri. Dopo essere stato trasformato in sala da ballo, con modifiche al palcoscenico e agli arredi, ma non alla struttura, l'immobile è passato alla fine degli anni '80 in proprietà al Comune che ha proceduto ad un suo restauro radicale: su progetto dell'architetto Nello Nanni, è stata demolita la cabina di proiezione esterna e si sono effettuati lavori di messa a norma. Inaugurato nel 1991, è gestito direttamente dal Comune che vi organizza periodicamente spettacoli di prosa, concerti, conferenze, saggi scolastici e serate di teatro amatoriale, convogliando qui le realtà artistiche presenti sul territorio. Il suo utilizzo per il festival laboratorio "Toscana delle culture" organizzato dall'Accademia Amiata lo ha imposto all'attenzione di un pubblico specializzato e lo ha inserito di diritto nel circuito della ricerca e della sperimentazione.